Sbatti il mostro in prima pagina: Marco Bellocchio sull'attuaità del film, al Festival di Cannes in versione restaurata (2024)

Nella sezione Cannes Classics del settantasettesimo Festival di Cannes c’è Sbatti il mostro in prima pagina in versione restaurata. Marco Bellocchio, al lavoro sulla serie su Enzo Tortora, parla del film, della sua raffinata semplicità e della sua rilevanza ancora oggi.

Marco Bellocchio è indubbiamente un habitué di Cannes, che nel 2021 gli ha tributato la Palma d'Oro Onoraria. Al festival, il regista ha portato, solo negli ultimi 30 anni: L'ora di religione, Il regista di matrimoni, Vincere, Fai bei sogni, il Traditore, Esterno Notte e Rapito. Thierry Frémaux e, prima di lui, Gilles Jacob amano e hanno amato il suo cinema, prima militante e poi orientato sui ritratti di grandi figure di un passato più o meno recente.

In questa settantasettesima edizione, il Festival Cannes accoglie la versione restaurata in 4k dalla Cineteca di Bologna di Sbatti il mostro in prima pagina, film su commissione nel quale Bellocchio ha sostituito nella regia Sergio Donati, riscrivendo la sceneggiatura insieme a Goffredo Fofi. Interpretato da un magnifico Gian Maria Volontà nei panni del caporedattore di un giornale di destra, il film rifletteva sulla strumentalizzazione da parte della stampa, e per fini politici, di fatti di cronaca. Dopo la proiezione ufficiale, il pubblico ha calorosamente applaudito il regista, a cui ha regalato anche una standing ovation. Noi, come altri, abbiamo rivisto il film, trovandolo incredibilmente attuale, e anche se la minipress organizzata dall'ufficio stampa di Marco Bellocchioavrebbe dovuto vertere fin dal principio su questa riedizione, per prima cosa abbiamo tentato di carpire qualche preziosa informazione a proposito della serie su Enzo Tortora che sarà il nuovo progetto del regista. Il quale regista, però, ha nicchiato, spiegando: "Della serie sul caso Tortora mi hanno detto di non parlare. Mancano ancora dei tasselli ma credo che verrà realizzata". Poi ha cambiato argomento parlando di Sbatti il mostro in prima pagina: "Non sono stato io a proporre il film al Festival di Cannes. A un certo punto qualcuno mi ha detto che Cannes Classics aveva 'invitato' Sbatti il mostro in prima pagina e ne sono stato felice. Naturalmente l'ho rivisto e mi sono reso conto che in passato lo criticavo, mentre adesso lo apprezzo perché è un film semplice con una serie di triangolazioni anch'esse semplici e con alcune profondità non casuali, che sono legate anche alla sublime interpretazione di Gian Maria Volonté e di Laura Betti, grande attrice completamente dimenticata. A dare valore aggiunto al racconto è inoltre Fabio Garriba (interprete di Roveda), che era un non attore che però ha dato grande verità al giornalista che crede al proprio lavoro non può tollerare la brutale manipolazione del caporedattore. Alcuni giovani spettatori erano ammirati da questo personaggio e dalla linearità del film, che per me ormai appartiene al passato, anche se mi fa pensare all'oggi, epoca in cui veniamo bombardati dalle fake news e nella quale tutti si sentono autorizzati a parlare e, senza farsi problemi, dicono cose orribili sul prossimo".

Sbatti il mostro in prima pagina: Marco Bellocchio sull'attuaità del film, al Festival di Cannes in versione restaurata (1)

Marco Bellocchio è rimasto piacevolmente stupito dalla calorosa accoglienza riservata al film, dopodiché ha commentato la notizia che vuole il brasiliano Karim Aïnouz, che a Cannes presenta in concorso Motel Destino, regista di un remake de I pugni in tasca: "L'entusiasmo nei confronti del film mi ha sorpreso e reso felice, ma moderatamente. A 84 anni, invece che guardare al passato, uno deve pensare al presente, a quello che ancora può fare. Per quanto riguarda la nuova versione de I pugni in tasca, adesso leggeremo il copione, ma penso, anzi mi auguro, che questo regista che mi dicono essere apprezzato da molti, faccia una cosa completamente diversa dal mio film. In che modo possa riadattare I pugni in tasca proprio non lo so, ma non penso che possa trovare un Lou Castel e girare a Bobbio".

Rivedendo Sbatti il mostro in prima pagina, Bellocchio non ha pensato che prima si stava meglio né ha sentito il desiderio di tornare al 1972, che pure era un periodo in cui c'era grande interesse per la politica: "Se ho una qualità, è nel fatto di non essere mai stato un nostalgico, però la politica è ben presente nel film, ma né io né Goffredo Fofisiamo mai stati dei terroristi. Facevamo però parte di una certa sinistra radicale che non era più militante, e quindi c'erano un PCI revisionista, il PSI, che era peggio ancora, e poi venivano la DC e l'MSI, e comunque, anche se adesso i mezzi sono più veloci e aggressivi e si può fare tutto con i cellulari, noi riuscimmo a filmare una serie di cose che avvenivano in quei giorni, ad esempio i funerali di Giangiacomo Feltrinelli oIgnazio La Russa che parlava alla folla dicendo basta all'antifascismo".

Sbatti il mostro in prima pagina: Marco Bellocchio sull'attuaità del film, al Festival di Cannes in versione restaurata (2)

Negli ultimi anni Bellocchio si è dedicato ai film biografici, raccontando Tommaso Buscetta, Aldo Moro ed Edgardo Mortara, tutti individui di sesso maschile. Ciò non significa che il regista non voglia scrivere storie di donne o non l'abbia mai fatto o sognato di fare: "Io ho diretto anche film, e penso a Vincere, che ingiustamente non premiarono, che parlavo di donne. Una volta mia figlia lesse un mio soggetto e mi disse: 'Ma qui ci sono soltanto uomini!'. Insomma quello che sto cercando di dire è che, in questa dimensione fluida, non ce l'ho con le donne. So che è stato fatto un film su Ultimo Tango a Parigi e mi pare che ci sia da parte dei francesi una pressione politica troppo dura nei confronti del povero Gérard Depardieu. Adesso non voglio difenderlo, ma mi sembra che con lui stiano esagerando. Però non è che dico: 'Ecco, adesso voglio fare una serie o un film sulle donne o una donna. Sono passati diversi anni, ma ho cercato per un breve periodo di realizzare un film su Marie Curie, poi purtroppo succede che ti dicano: 'Guarda, lo sta facendo qualcun altro', però era un progetto che mi interessava moltissimo. Tra l'altro era un film europeo per il quale si poteva avere un’interprete straniera. Era un bel personaggio, peccato non essere riusciti a raccontarlo".

Sbatti il mostro in prima pagina: Marco Bellocchio sull'attuaità del film, al Festival di Cannes in versione restaurata (3)

Un’altra figura femminile che Marco Bellocchio avrebbe voluto rendere protagonista di una serie o di un film è Maria José del Belgio, l'ultima regina consorte d'Italia prima della proclamazione della repubblica: "Ho pensato a un film o una serie su Maria José, perché mi ha sempre affascinato questo personaggio di regina per un mese, di regina di maggio, di donna bellissima che fa un matrimonio combinato. Forse si era innamorata di Umberto II, che però era omosessuale, e a tal proposito ricordo, durante la campagna elettorale per la repubblica, Pietro Nenni che, con quel suo accento romagnolo, diceva: 'Ma come, voi volete votare per un re che è un pederasta?'. Maria José era ribelle ma anche obbediente, fece 4 figli e poi cercò, quando la guerra stava per finire disastrosamente, di avvicinare alcuni antifascisti, che però diffidarono di lei, forse perché la ritenevano una donna che non poteva scegliere nulla e quindi la tennero lontana, e poi si pensava che avesse avuto una fugace relazione con Mussolini. Anche di questo progetto parlai con diversi produttori, ma non trovai nessuno che fosse interessato. Peccato! Mi sarebbe piaciuto far vedere quei suoi occhi splendenti!".

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